Una donna di 37 anni, Anna Alaburda, ha fatto causa all’Università dove ha conseguito la laurea, perché non ha ancora trovato lavoro come avvocato pur avendo avuto il massimo dei voti.
Anna si è laureata nel 2008 alla Thomas Jefferson School of Law con un grande esborso economico: gli studi le sono costati cari, ben 170.000 dollari di rette scolastiche, che ha pagato chiedendo un prestito alla banca, come tanti altri studenti in America.
Però Anna, terminati gli studi, ha trovato solo qualche lavoretto part-time presso degli studi legali, ma niente che potesse estinguere i debiti che aveva contratto con le banche.
Ha quindi deciso di fare causa all’Università, con l’accusa di aver modificato le statistiche di impiego dei laureati. In pratica, secondo Anna, l’Università avrebbe presentato dati molto positivi riguardo alle possibilità di lavoro per i laureati in leggere. Anna ritiene che l’università lo ha fatto solamente per attirare più iscritti.
A quanto pare sarebbe una tattica escogitata da molti istituti, e non solo dalla Thomas Jefferson School of Law. Da ricerche di mercato, condotte dal professor Paul Campos della University of Colorado, è emerso che il 45% degli studenti in legge non trova lavoro nel campo di studio, mentre molte università affermano che oltre l’80% degli studenti trova lavoro facilmente.
La causa di Anna Alaburda nei confronti dell’ateneo è la prima a non essere stata respinta dal giudice, e quindi ci sarà un processo.