Il 2016 è un anno bisestile, cioè è composto da 366 giorni anziché 365.
L’anno bisestile ricorre ogni 4 anni ma lo sono anche gli anni precedenti a quelli di un nuovo secolo se divisibili per 400: ad esempio è stato bisestile il 2000, ma non il 1900 che non è divisibile per 400.
Perché esiste l’anno bisestile? E’ una soluzione creata per far sì che non vi sia lo slittamento delle stagioni nel corso degli anni, diversamente ogni 4 anni si accumulerebbe un giorno di ritardo. Infatti l’anno solare, il tempo che impiega la Terra a compiere un giro intorno al Sole, non è esattamente divisibile in giorni, dura 365 giorni e 6 ore.
Furono i Romani, più di duemila anni fa, con Giulio Cesare, a introdurre l’anno bisestile aggiungendo un giorno in più dopo il 24 febbraio, che chiamarono “Sesto giorno prima delle Calende di Marzo” o “Sesto giorno ripetuto” (“Bis sexto die”) da qui il nome anno bisesto.
Fu poi Papa Gregorio XIII che introdusse una nuova riforma, accorgendosi che nei secoli il calendario civile ancora non coincideva con quello solare. Nell’anno 1582 decise di far saltare i giorni dal 4 al 15 ottobre per riportare l’equinozio di primavera al 21 marzo. Inoltre stabilì che gli anni multipli di cento sarebbero stati bisestili soltanto se fossero stati multipli anche di 400. Fece sì anche che il giorno in più fosse il 29 febbraio. Diede vita così al calendario gregoriano, quello tutt’ora in uso.